Dalle ricette alle parole intraducibili, così il Selmi si apre al modo con la giornata della diversità

Progetto culturale che ha coinvolto centinaia di studenti portando anche storie personali «Mostrare curiosità verso ciò che non conosciamo ci può certamente arricchire».

C'è chi ha portato davanti ai compagni le emozioni del suo Paese. Chi la cultura dei paesi di origine dei propri genitori. Chi le tradizioni dei nonni. Chi si è inventato un libro, una storia animata. Addirittura chi ha cucinato, dispensando ricette, o chi ha proposto a compagni e professori di tradurre il proprio nome in alfabeto arabo o cirillico. È una contaminazione culturale che fa bene al cuore quella che ha animato nei giorni scorsi l'atrio dell'istituto Selmi per la giornata internazionale della diversità culturale.

Il progetto risponde ad una domanda ben precisa: perché parlare della diversità culturale? Le culture nel mondo sono tante e nella storia, in nome elle differenze di etnia, lingua o religione, sono state portate avanti e continuano ancora guerre e sopraffazioni.

«Vogliamo invitare tutti a riflettere spiegano le professoresse che hanno organizzato la mostra partendo da uno specifico punto di partenza: ogni cultura è composta da molteplici aspetti e molti di questi ci appaiono strani solo perché non li conosciamo. Facciamo parte di una stessa umanità e vogliamo far crescere tre aspetti: la curiosità verso ciò che non conosciamo e che ci può arricchire; la ricerca del dialogo; il rispetto di tutti gli uomini e tutte le donne del mondo, senza distinzioni. A partire da questi elementi, nel nostro piccolo, proviamo a mandare quel messaggio di pace di cui il mondo ha tanto bisogno».

Il progetto è stato animato dalle professoresse Daniela Notaristefano e Cristina Sghedoni (funzioni strumentali per gli alunni stranieri al Selmi) insieme alle colleghe Valeria Benatti, Anna Chella e Cristina Righi (tre docenti di italiano L2). Al progetto hanno contribuito 11 classi: 2H, 2I, 2L, 1D, 1I, 1N, 1V, 3S, 4Q, le due classi di italiano L2 (Nai e intermedio): tredici alunni hanno anche fatto accoglienza e da guida ai compagni, ben ventidue classi sono andate in visita accompagnate dai docenti, che hanno dedicato tempo e riflessioni a questa emozionante rassegna di vita che si manifesta in tutte le lingue del mondo.

Nella mostra sono presenti cartelloni e dépliant, libri creati amano, anche elaborati meno appariscenti ma molto curati. E ancora disegni, favole, frasi, cruciverba e anche musica da tutto il mondo, con la possibilità di ascoltare in tempo reale radio di tutto il globo.

Poi una chicca finale: oltre al libro per lasciare le proprie impressioni, anche la scatola delle parole intraducibili, un segno da portare a casa per continuare a riflettere e diventare testimoni di questa bellissima riflessione itinerante. A noi è capitato jugaad che in lingua hindi è una parola che descrive le persone in grado di trovare soluzioni creative e non convenzionali.

fonte Gazzetta di Modena, tutti i diritti riservati

Per gentile concessione

 

Giornata della diversità 2025
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